Centro Sportivo Carraro Gratosoglio

20 anni di malagestione hanno portato al degrado del centro sportivo di Gratosoglio.
Finalmente i lavori, finanziati con 4 milioni di fondi del PNRR, sembrano in dirittura di arrivo.
Il Comune di Milano “si porta avanti” e cerca un gestore per il Carraro. Ma non è tutto oro quello che luccica.


E’ di pochi mesi fa la notizia che sono state approvate dalla Giunta del Comune di Milanole linee guida che dovranno essere seguite nella stesura del bando di gara, cui potranno partecipare le realtà interessate alla gestione del centro sportivo Carraro per la durata di 18 anni.
Attualmente la struttura è oggetto di alcuni lavori di riqualificazione, finanziati con fondi del PNRR, il cui termine è previsto per la fine del 2023.
La conclusione degli interventi erano stati fissati inizialmente per gli inizi del 2022, poi per Settembre, infine per Dicembre o per la primavera del 2023. Evidentemente nella giunta del Comune ci sono estimatori di certe sette religiose che di volta in volta spostano in avanti la data della fine del mondo. Fatto sta che anche a Palazzo Marino la fiducia nei vaticini dell’assessore allo sport va svanendo e alle profezie si cominciano a preferire i miracoli. Anzichè trasformare l’acqua in vino, si prova a spacciare il passato come un futuro radioso e pieno di opportunità per la zona Sud di Milano.

Assessore allo sport Martina Riva
Marina Riva
(Assessore allo Sport di Milano)

“Sebbene i lavori non siano ancora terminati, abbiamo voluto portarci avanti e iniziare a progettare un nuovo futuro per il Carraro – spiega l’assessora allo Sport Martina Riva -. Al termine della riqualificazione, Milano metterà a disposizione dei cittadini e delle cittadine una struttura in cui poter praticare molte discipline, sia all’aperto sia al chiuso, ma anche un luogo di ritrovo e di socialità. L’obiettivo è fare del Carraro un polo sportivo aggregativo e ricreativo di riferimento per il Gratosoglio e il Sud Milanese, reso attivo dalla relazione con il tessuto associativo del territorio, sia per contrastare il disagio giovanile sia per promuovere coesione e inclusione sociale”.

E come ci si può portare avanti? Ce lo spiega il Comune nel suo comunicato:

“Nel caso in cui, a lavori conclusi, fossero ancora in corso le procedure di gara, l’Amministrazione si riserva di affidare temporaneamente – fino all’individuazione del concessionario – la gestione dell’impianto a Milanosport, così da rendere immediatamente fruibile la struttura”

Portarsi avanti perchè i lavori sono indietro. Guardare al futuro proponendo una già vista gestione di Milanosport (una dei responsabili del declino della struttura). Insomma la trasformazione del futuro in passato, un tentativo degno dei migliori romanzi di fantascienza, nella migliore tradizione gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”.
Qualcuno potrebbe intravedere troppa diffidenza in queste parole, una esagerata negatività. Eppure basterebbe accantonare per un istante promesse e profezie di assessori e politici vari, basterebbe provare a ricostruire la storia dell’ultimo quarto di secolo del Carraro, per capire che fare sfoggio di fiduciosa positività non è facile.

Ripercorriamo le tappe di questa storia infinita con l’aiuto dell’ampia documentazione raccolta sul blog di RitornoAlCarraro.

1987-2000
Il centro sportivo Carraro, costruito a metà anni ’80, viene inaugurato nel 1987. Situato a Gratosoglio, al confine col comune di Rozzano, diventa in breve il punto di riferimento per le attività sportive della periferia Sud di Milano. Il Centro sportivo nasce su 50.000 mq di prato e sarà dotato di 2 campi di calcio, uno da rugby, 6 da tennis, 2 da pallacanestro, 3 palestre, 2 piste per l’atletica leggera. In precedenza, in quei luoghi, c’erano prati e campi di calcio costruiti dai cittadini del posto. Come riporta RitornoAlCarraro: “L’illuminazione fu portata da dirigenti sportivi dipendenti dell’Azienda Elettrica Municipale che avevano preso in “prestito” pali della luce, cavi elettrici e lampade: una soluzione autonoma dei bisogni dei cittadini”. Ai tempi la Viviam Cent’anni era già un punto di riferimento fra le associazioni sportive della periferia Sud di Milano.

Gratosoglio
Gratosoglio (foto da spazio70)

2000-2009
Il Comune, che fino a quel momento aveva gestito il centro sportivo, decide di ridurre il suo impegno. Inizia la politica dei tagli al personale e il campo viene dato in gestione a Milanosport. In pochi anni, a causa della mancata manutenzione decentro, gli impianti vanno fuori norma.

2009-2010
Nel 2009 Milanosport dichiara un passivo 180.000€ di passivo all’anno nonostante la riduzione del personale a sole due unità e una manutenzione insufficiente. Decide quindi di abbandonare la gestione. Messo a bando, nel 2010 viene gestito dall’ATI Villaggio Gratosoglio che lo riconsegna al Comune a fine anno. A seguito di una perizia tecnica, tutti gli impianti del Carraro risultano essere fuori norma. Fatta effettuare da Villaggio Gratosoglio al costo di 3.800€, evidenzia i mancati interventi di Milanosport e del Comune per adeguare gli impianti alle normative vigenti. L’adeguamento sarebbe costato 500.000 €, da qui la restituzione del Carraro al Comune. L’ATI riceve tanti soldi dal Comune (per cosa non si sa) e se ne va via contenta. Nonostante ciò e le numerose manutenzioni (Milanosport lo lasciò in pessime condizioni), a fine anno il bilancio risulta in pareggio a dimostrazione del fatto che una gestione non troppo inerosa è possibile.

2010-2013
La gestione passa all’Ente di promozione sportiva ACSI, seconda arrivata nel bando del 2009 ma, di nuovo, l’ente si defila e il Comune paga il Gestore. La trasmutazione del vino in acqua, un miracolo al contrario, avviene perchè l’ACSI si ritiene ingannato dal Comune e pretende un rimborso di decine di migliaia di euro. Per dimostrare la scorrettezza del Comune, ACSI utilizza la perizia tecnica effettuata da Villaggio Gratosoglio anni prima. Per essere più chiari: il Comune, al corrente della irregolarità degli impianti fuori norma, da in gestione il Carraro ad un Ente che sfrutta al volo l’occasione per ottenere soldi “facili”. Errare è umano, perseverare è diabolico!

2013-2018
Nel 2013 la gestione viene assegnata con affidamento diretto ad ACLI e CSI, che non avevano partecipato al bando. Il Contratto viene poi confermato fino al 2019. Come riporta RitornoalCarraro: “la gestione di ACLI e CSI è stata piuttosto conflittuale con le associazioni operanti nel Carraro. In particolare, le società di atletica leggera fecero causa perché, a fronte della richiesta del versamento di tariffe intere per l’uso della struttura, venivano loro ridotti gli utilizzi e la disponibilità di attrezzature. Le società sospesero il pagamento delle tariffe fino alla sentenza. La causa fu vinta, fu firmata una transazione la quale prevedeva la cifra che le società avrebbero pagato e l’impegno dei Gestori a fornire le attrezzature mancanti e a riparare quelle deteriorate. Ma i gestori non rispettarono la transazione: alcuni lavori terminarono in ritardo, altri non furono completati, alcune attrezzature deteriorate non furono sistemate. Nonostante i Gestori non avessero rispettato il contratto di gestione per ciò che riguardava i loro obblighi, il Comune non ricorre alle vie legali”. Nel 2014 il Comune aveva fatto riqualificare gli spogliatoi di calcio, atletica, tennis per una spesa complessiva di 750.000€. Viene messo un impianto di riscaldamento che spesso non funziona, i lavori non vengono finiti, sono fatti con materiale di recupero e in diversi punti non sono a norma. I soliti dirigenti dell’atletica informano il Comune il quale, abituato a pagare penali, non ne chiede al gestore e fa finta di nulla.

2018-2020
Nel 2018 viene indetta la gara per l’appalto di lavori di riqualificazione e, a Giugno, l’Assessore comunica che il Carraro rimarrà chiuso per un anno. La gara di appalto, manco a dirlo, non si svolge regolarmente, nasce un contenzioso tra le prime due ditte classificate e i tempi si allungano. Le società di atletica chiedono di poter utilizzare ancora la struttura. La loro richiesta viene assecondata ma il 20 marzo 2019 il Carraro viene chiuso definitivamente. Il Gestore afferma che continuare in quelle condizioni costa troppo e il Comune non si oppone alla decisione. Il contenzioso legale si protrae tra ricorsi e controricorsi e, nel 2020, ci si mette anche il Covid. La sentenza definitiva arriverà il 4 novembre. Il comune dovrà versare 200.000 euro all’impresa che aveva vinto la Gara e che Palazzo Marino, con l’appoggio dell’Autorità nazionale anticorruzione, aveva pensato bene di escludere dall’appalto con motivazioni che una sentenza del Consiglio di Stato liquida come del tutto inconsistenti. Come al solito paga Pantalone.
Nel frattempo, la struttura, non più presidiata, diventa terra di nessuno e occupanti abusivi e balordi provocano un incendio che provoca danni ingenti ad attrezzi e strutture. I dirigenti delle società sportive che gravitavano intorno al Carraro segnalano al Comune lo stato di degrado, i cancelli aperti e l’abusiva occupazione da parte di senzatetto ma il comune non si degna neanche di rispondere. Così al costo totale della ristrutturazione si aggiunge il rifacimento del palazzetto. In 20 anni vengono buttati via tanti soldi fra penali più o meno prevedibili, danni evitabili e lavori fatti male ma mai nessuno cerca i responsabili di queste vergognose gestioni.

2021-ad oggi
l’affidamento dei lavori promessi avviene, finalmente, il 25 gennaio 2021, il contratto viene stipulato il 5 maggio 2021. Fondi a disposizione: 4 milioni che provengono dal PNRR. Durata dei lavori prevista: circa un anno. Oggi siamo a Giugno 2023 e l’assessore all Sport dice che il Comune “intende portarsi” avanti. Intanto i lavori proseguono e a preoccupare non sono quelli da farsi ma quelli già fatti per i quali la “regola d’arte” è un miraggio. Il report di RitornoAlCarraro è impietoso (https://ritornoalcarraro.altervista.org/report-sul-sopralluogo-non-ufficiale-del-15-gennaio-2023/). A chi fa notare che le “toppe” alla pista di atletica rendono il fondo non omogeneo e pericoloso esponenti della giunta rispondono “non bisogna mica farci le olimpiadi”. Oltre al danno la beffa. Intanto le associazioni sportive sul territorio esprimono tutte le loro perplessità sulla privatizzazione. Fra queste anche l’Atletica VCA.

Alla luce delle incredibili vicende che si sono susseguite sulla pelle dei cittadini e delle associazioni sportive della periferia Sud di Milano, come si può essere positivi e credere alla buona fede dei tanti politici che si sono alternati negli ultimi 20 anni?
Abbiamo assistito alle moine di assessori allo sport e di giunte più propensi ad assecondare le pretese di gestori inadempienti che a considerare le segnalazioni allarmanti dei dirigenti delle associazioni sportive.
Abbiamo dovuto fare i conti con scelte che hanno aggravato i danni alle infrastrutture del Carraro. Incuria, manutenzioni approssimative, soldi erogati anche a fronte di evidenti difetti di conduzione dei gestori.
Abbiamo ascoltato le promesse disattese trasversali a tutti gli schieramenti politici di destra, di centro, di sinistra che si sono succeduti dal 2000 ad oggi.
Ora l’assessore allo sport ci dice che il comune vuole portarsi avanti. Ad oggi rileviamo che a spostarsi in avanti è stata solo la data di fine lavori: doveva essere primavera 2022, poi settembre, poi fine 2022, primavera 2023. L’ultima previsione è per fine 2023.
Nel frattempo alcune società sportive che raccoglievano tanti giovanissimi all’interno del Carraro si sono sciolte. E con loro sono scomparse tante iniziative che per la periferia erano vitali sia per contrastare il disagio giovanile sia per promuovere coesione e inclusione sociale (per usare le parole della stessa Riva). Iniziative che rivivranno, forse, fra anni.


C’è eccessiva diffidenza nel credere che ricominciare con MilanoSport (proprio laddove era iniziato il declino del Carraro) non è credibile? C’è troppa negatività nel credere che assegnare appalti escludendo le società sportive dilettantistiche con poche risorse economiche e la cui forza è il volontariato non sia produttivo?

Proviamo a crederci ancora una volta.
Per noi che conosciamo il valore formativo dello sport.
Per una generazione di ragazzini della zona che rischia di superare l’adolescenza senza avere mai calcato i campi e le palestre del Carraro.

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